
«Siamo in guerra contro un nemico terribile, non possiamo ragionare come se vivessimo nella normalità».
Lo ha detto in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Giorgio Palù, virologo , presidente dell’Agenzia del farmaco Aifa, difendendo così le la scelta dell’Italia sulle modalità di somministrazione dei vaccini e di allungamento dell’intervallo fra le dosi.
«I francesi e i tedeschi hanno suggerito di» passare a un richiamo con Pfizer o Moderna dopo una prima dose di AstraZeneca «per le persone con meno di 55 anni e 60 anni, rispettivamente», ha spiegato Palù.
«I circa 200 casi di trombosi, molto infrequenti, segnalati dopo la prima somministrazione di AstraZeneca in soggetti giovani, hanno spinto ad alzare la guardia. L’incidenza di tali effetti avversi è comunque estremamente rara, 1 caso su oltre 100.000 vaccinati, tanto che né l’agenzia Ema né l’Oms hanno posto restrizioni», ha detto ancora il virologo.