
«La mia collaboratrice abita a Lodi e la Camera è a Roma. Si tratta quindi di una distanza consistente. Non mi sono mai lamentata di lei perché era brava e disponibile. La sua mansione era quella di segreteria, quindi organizzare le missioni pre covid, gli impegni d’Aula e istituzionali e incastrare tutto questo con i miei impegni personali. Dov’è lo scandalo quando eravamo d’accordo così fin dall’inizio, quando non avevo la possibilità di fare certe cose personalmente, come andare in farmacia e prendere appuntamento con un medico? Di cosa mi devo giustificare?».
Così la deputata del Pd, Laura Boldrini a margine della presentazione di una proposta di legge alla Camera contro l’odio in rete.
«Da certa stampa sono stata definita con termini aberranti, come schiavista, padrona o aguzzina. Ritengo che questa sia una manifestazione di odio. Perché nessuno mi ha chiamata per chiedere la mia, virgolettando certe dichiarazioni che le mie collaboratrici non hanno mai detto. A chi giova tutto questo?» ha concluso l’ex presidente della Camera.