
«I numeri di questa settimana sono apparentemente simili a quelli della prima settimana di marzo, ma sono sostanzialmente diversi. I tamponi in quel periodo si facevano solo a chi era in fin di vita, gli asintomatici non esistevano. Ora, invece, sono quasi tutti asintomatici».
Lo ha detto professor Andrea Crisanti a In Onda, su La7.
«Secondo i dati dell’Istat» a marzo i contagi erano molto più numerosi. «In realtà» – ha spiegato Crisanti – «siamo molto lontani da quei dati. L’indagine dell’Istat è stata molto sottovalutata, ha permesso di stabilire che ci sono 1,5 milioni di persone infettate. Per i dati ufficiali sono 200mila, ne manca oltre 1 milione. Ora sappiamo che la maggior parte delle persone infettate sono asintomatiche, bisogna evitare che il virus arrivi alle persone vulnerabili».