
I nuovi focolai «sono una eventualità tutto sommato attesa. Non ci si poteva illudere che riaprendo non sarebbe successo più nulla. Tuttavia ciascuno di essi va considerato con la massima attenzione ed è fondamentale il loro rapido contenimento. A questo fine è assolutamente necessario il potenziamento della medicina territoriale e della capacità di identificare e circoscrivere rapidamente i focolai risalendo la catena di contatti».
Lo ha spiegato all’Ansa Massimo Galli, direttore del reparto Malattie Infettive all’ospedale Sacco di Milano.
Il punto, ha aggiunto l’infettivologo, è che «su 100 persone infettate da SarsCov2, 90 hanno una limitata capacità di trasmettere l’infezione mentre gli altri 10 infettano e tra loro ci sono dei veri e propri super-diffusori. Saranno proprio questi ultimi i responsabili dell’80-90% delle nuove infezioni».
D’accordo. Statistica molto “decisa” e quindi con indice di confidenza elevato. Ma questi 10 su 90 come si riconoscono? Meglio, il Prof. Galli come li riconosce?
Si, ma detta cosi’ sembra che ci siano persone con superpoteri in grado di infettare chiunque gli si avvicini. Invece si tratta di un effetto statistico che diventa visibile quando ci sono pochi casi. Se mi ammalo io, che faccio vita ritirata, non contagio nessuno, ma se capita che si ammali il cameriere che porta i bicchieri al tavolo al ristorante sotto casa, toccandoli con mani potenzialmente infette, puo’ contagiare decine di persone (che probabilmente saranno tutte o quasi asintomatiche).
Ovviamente l’effetto e’ tanto piu’ rilevante quanti meno casi totali ci sono, avere 100 contagiati in piu’ su 10000 si nota appena, ma se i casi erano 100, praticamente si raddoppia, e sembra siano tutti li’, nel “focolaio”.