
Ecco le notizie più importanti della settimana selezionate da “Ascolta la Notizia”.
È diventata un caso la frase pronunciata dal direttore della terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, il quale domenica scorsa a ‘Mezz’ora in più’, su Rai 3, ha affermato: «Oggi è il 31 maggio e circa un mese fa sentivamo epidemiologi temere per la fine del mese e inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio fatto dal virologo direttore dell’Istituto di virologia, il professore Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta».
La reazione degli altri scienziati non si è fatta attendere.
Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico, ha dichiarato: «Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più’ e che ‘terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità’».
Il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa ha dichiarato che quello mandato da Zangrillo è «un messaggio sbagliato che rischia di confondere gli italiani».
Lo pneumologo Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico ha detto che «il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti che non invitano alla prudenza».
In un’intervista a ‘Il Tempo’, Zangrillo ha ribadito quanto affermato in diretta sulla Rai: «Perché si scatenato tutto questo putiferio non lo so. Io però le posso dire che, nel massimo rispetto del lavoro di tutti, ho detto la verità», ha affermato, aggiungendo che «questo virus probabilmente, se letto dal mio punto di vista, è meno cattivo. E quindi ci fa meno male. E quindi dobbiamo pensare positivamente».
Passiamo alla politica.
Hanno suscitato una dura reazione da parte del centrodestra le parole di Pier Luigi Bersani, ex segretario del Partito Democratico ora in Articolo 1, a proposito della situazione coronavirus in Italia e della manifestazione del centrodestra in piazza il 2 giugno scorso.
«Libertà dalla mascherina, che è il messaggio che sta dando il centrodestra da fuori e da dentro il Parlamento, è una coltellata al Paese. E questa gente qua, lo lasci dire a uno di Piacenza (fra le città maggiormente colpite dall’epidemia di coronavirus, ndr), viene il dubbio che avessero governato loro non sarebbero bastati i cimiteri», ha detto Bersani, intervenendo a Cartabianca, sulla Rai.
La replica di Giorgia Meloni è arrivata a stretto giro tramite Facebook: «L’odio ideologico della sinistra non si ferma nemmeno davanti ai morti, Ascoltate queste vergognose dichiarazioni di Bersani», ha scritto la leader di FdI.
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha definito le dichiarazioni di Bersani «disgustose». «A me» – ha aggiunto Salvini – «sembra una dichiarazione di un cretino. Ci sono 30mila morti e si scherza su questo. Davvero c’è qualcuno che non sta bene. Quando si fa polemica sui cimiteri, vuol dire che non stai bene».
Bersani, in un’intervista al “Corriere della Sera”, ha poi corretto il tiro: «È chiaro che ho usato un’iperbole. Ma un ex ministro dell’interno che ridicolizza mascherine e distanziamento dopo che a pochi giorni dalla prima zona rossa chiedeva di aprire tutto si espone a un giudizio che, ripeto, per iperbole, confermo assolutamente».
«Caro Bersani uso anch’io una iperbole: con il centrosinistra al governo avremmo dovuto farci prestare i cimiteri di Stalin, i più capienti. Sui morti ammazzati nessuno può battere i comunisti», ha replicato il direttore di Libero, Vittorio Feltri, su Twitter.
Chiudiamo con gli aggiornamenti più importanti sulla pandemia di coronavirus.
Il numero di casi di Covid-19 nel mondo ha superato la soglia dei 6,6 milioni, mentre il bilancio delle vittime è di oltre 391.000: è quanto è emerso dal conteggio dell’università americana Johns Hopkins aggiornato a venerdì 5 giugno.
Mentre il coronavirus si ritira dall’Italia, il Brasile ha superato il nostro Paese per numero di morti, che hanno superato i 34mila. Il Brasile si è piazzato così al terzo posto per numero di vittime dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.