In tanti, negli anni, hanno usato lo strumento del riscatto della laurea a fini contributivi. Da quest’anno, però, costerà molto di più.
Non una buona notizia. Il 2024, in verità, di cattive notizie sotto il profilo economico ce ne ha portato e ce ne sta portando parecchie, sebbene sia iniziato da appena poche settimane. Ebbene, da quest’anno, per i giovani precari e i lavoratori a pochi anni dall’uscita dal lavoro, andare in pensione costerà di più. Ecco di quanto.
Da sempre, abbiamo considerato il riscatto della laurea a fini contributivi come una possibilità significativa per i laureati italiani. Questa iniziativa, introdotta nel 1997, si propone di agevolare coloro che desiderano riscattare gli anni di studio universitario per il calcolo della pensione, fornendo un sollievo finanziario a lungo termine.
Un’iniziativa che, quando fu concepita, non solo riconosceva il valore dell’istruzione superiore, ma forniva anche ai laureati un’opportunità concreta di migliorare la propria sicurezza finanziaria in età pensionabile. Da quest’anno, però, questa manovra, effettuata negli anni dai nostri nonni e dai nostri padri, costerà di più.
Il riscatto della laurea a fini contributivi consente ai laureati di versare i contributi previdenziali relativi agli anni di studio universitario, che altrimenti non sarebbero considerati nel calcolo della pensione. Questo può avere un impatto significativo sul livello della pensione stessa, offrendo ai laureati la possibilità di godere di una maggiore sicurezza finanziaria in età avanzata. Ma, da quest’anno, tutto questo avrà costi maggiori. E non di poco.
Quanto costerà in più riscattare la laurea?
Da sempre, in realtà, è stato importante considerare attentamente i costi associati al riscatto della laurea. Da questo 2024 soprattutto, se da un lato l’iniziativa offre un’opportunità preziosa, dall’altro può comportare un impegno finanziario considerevole per i laureati.
Da quest’anno, infatti, il riscatto della laurea richiederà quasi 6.100 euro per ogni anno saldato in modo da fare contare il proprio percorso di studi come periodo di contributi. Un rincaro di circa 400 euro per ogni anno, che è frutto della rivalutazione all’inflazione, basata sulla crescita del livello medio dei prezzi dello scorso anno fissata dall’Istat al 5,7%.
Già da ora, gli aumenti sono esecutivi. Effettuando una simulazione sul sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, infatti, si può verificare la crescita dell’importo annuo, dai 5.776 richiesti nel 2023 agli oltre 6mila del 2024. Resta ora da vedere come questo aumento sarà accolto dalla popolazione e quale impatto avrà sul panorama previdenziale nazionale.
