Pd, Bonaccini avverte i suoi: “Le liste si decidono insieme”

Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Stampa” è intervenuto il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini 

Se non si è trattato di un vero e proprio avvertimento nei confronti del suo partito allora poco ci è mancato. Fatto sta, però, che Stefano Bonaccini ha voluto mettere in chiaro alcune cose. Di queste ne ha parlato in una intervista rilasciata alla “Stampa“. Nel corso della stessa si è soffermato sui vari temi. In primis quello sulla legge che riguarda il fine vita. In merito a ciò ha fatto chiaramente capire di essere assolutamente favorevole.

Intervista a 'La Stampa'
Il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (Ansa Foto) Ascoltalanotizia.it

Queste sono alcune delle sue dichiarazioni a riguardo: “Credo che negare la cittadinanza italiana sia a ragazze che ragazzi che sono nati nel nostro Paese e che crescono, studiano, fanno sport con i nostri figli e nipoti sia una vera e propria assurdità. Sono sempre stato a favore di una legge che riguarda il fine vita. Sono del parere che ogni persona deve avere il diritto di poter decidere per sé stesso. Ovviamente dentro ad una procedura rigorosa“.

Pd, Bonaccini: “Non sono d’accordo su candidatura Schlein”

Segno del fatto che è assolutamente d’accordo con la linea di pensiero da parte della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. Proprio su quest’ultima il presidente del Pd ha affrontato un altro tema importante come quello delle elezioni Europee. In particolar modo quello di candidare proprio l’italo-svizzera per le elezioni che si verificheranno nel mese di giugno.

Intervista a 'La Stampa'
Il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini (Ansa Foto) Ascoltalanotizia.it

Non indietreggia di un solo centimetro il suo pensiero. Non è assolutamente d’accordo ad una sua candidatura ed ha spiegato anche il motivo: “Una scelta del genere può solamente servire alla premier Meloni che cercherà di trasformare le Europee in un referendum domestico sul capo e mascherare il fatto che ha poche proposte e poca classe dirigente da portare in Europa”.

Non solo: ci tiene a precisare che questo tipo di scelta potrebbe andare a penalizzare la figura della donna. In conclusione ha detto la sua sulla questione del “terzo mandato” per quanto riguarda sindaci e governatori: “Nel momento in cui si sta portando a tre il numero di mandati per i sindaci dei Comuni al di sotto dei 15mila abitanti non si capisce perché ciò non debba accadere anche per i sindaci delle città e i presidenti di Regione. Un Paese dove il limite dei mandati non esiste per i parlamentari”.

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