Passi la notte in bianco? Potresti avere questo disturbo del sonno

Ognuno di noi ha un orologio interno che in certi casi può incepparsi, tenendoci svegli la notte. E privandoci così del riposo di cui abbiamo bisogno. Si tratta di un disturbo più comune di quanto si pensi. 

Mettersi a letto dopo una giornata impegnativa tra famiglia e lavoro, chiudere gli occhi, addormentarsi e riposare fino al giorno dopo dovrebbe essere qualcosa di naturale e scontato, ma non lo è affatto. Alzi la mano chi non ha mai passato una notte in bianco, o comunque non ha mai avuto difficoltà a addormentarsi e fare un ciclo di sonno completo. Il problema può diventare anche molto serio, se il nostro orologio interno si “inceppa”.

Notte in bianco
Non è raro il caso di un soggetto che tende ad addormentarsi qualche ora dopo la mezzanotte- (Ascoltalanotizia.it)

Non sono poche le persone che soffrono (anche se magari non lo sanno) della cosiddetta sindrome della fase del sonno ritardata (DSPS, Delayed Sleep Phase Syndrome). Si tratta di un disturbo cronico dei ritmi del sonno, dei picchi di attenzione, della temperatura corporea, dei cicli ormonali e di altre funzioni quotidiane. Il caso tipico è quello del soggetto che tende ad addormentarsi qualche ora dopo la mezzanotte, ma poi fa enorme fatica a svegliarsi la mattina successiva.

La sindrome DSPS dalla A alla Z

Il DSPS è un disturbo del ritmo circadiano che colpisce la capacità di una persona di andare a letto a ore “normali”. Il che la porta poi a dormire la maggior parte della giornata. Per rendere l’idea, è un po’ come essere sempre in jet lag, costantemente assonnati e intontiti. In genere, il soggetto con DSPS si addormenta tra le 2 alle 6 del mattino, il che significa che non può riposare bene (specie se l’indomani deve alzarsi per andare a lavorare). Quali sono le cause? Ed esiste una soluzione?

Notte in bianco
L’orologio interno di alcune persone non riesce a conformarsi a un ritmo circadiano socialmente accettabile- (Ascoltalanotizia.it)

Tuttora la ricerca non ha individuato un fattore ben preciso all’origine del DSPS. Certo è che l’orologio interno di alcune persone non riesce a conformarsi a un ritmo circadiano socialmente accettabile. Ciò che si è scoperto, tuttavia, è che la genetica, i cambiamenti dopo la pubertà, e certi disturbi psicologici e neurologici possono avere il loro peso. Non a caso il problema spesso si manifesta durante l’adolescenza, per poi peggiorare progressivamente con la giovinezza e l’età adulta.

La DSPS viene spesso erroneamente diagnosticata come insonnia, depressione o qualche altro comune disturbo del sonno o della salute mentale. Il che può far sentire il soggetto che ne soffre incompreso, inascoltato e confuso. E, come in un circolo vizioso, può innescare altri problemi (come obesità, ansia e depressione), se si tenta di attenersi a un programma che il proprio corpo non rispetta.

Di qui l’importanza di avere un diario del sonno quando si cerca un aiuto professionale. Sebbene sia meglio parlare con un neurologo, la maggior parte delle persone si rivolge prima agli esperti del sonno. Se è vero che questi ultimi possono trattare l’insonnia, l’apnea notturna e altri disturbi ancora, non esiste purtroppo un trattamento unico e universalmente valido per la DSPS. I trattamenti che funzionano meglio sono la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia della luce e la melatonina. La speranza è che la tecnologia possa fare un passo avanti anche su questo fronte.

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