Omicidio Mastropietro, la svolta: la decisione dei giudici

La giovane ragazza di appena diciotto anni fu uccisa barbaramente il 30 gennaio del 2018 e la quinta sezione penale della Cassazione ha finalmente deciso

Una vicenda che ha scosso l’Italia intera. Era il 30 gennaio del 2018 e a Macerata veniva uccisa barbaramente,  una ragazza di appena 18 anni: il suo nome era Pamela Mastropietro. Aveva tanti sogni e tanti progetti, ma sono andati tutti in fumo in una maledetta notte, dove un ragazzo nigeriano che si chiama Innocent Oseghale ha deciso prima di abusare di lei, poi di ucciderla e infine di dissacrarla facendola a pezzi. Dopo sei anni e dopo due gradi di giudizio,  è stato condannato in via definitiva alla pena dell’ergastolo.

La vittima
Pamela Mastropietro quando aveva 17 anni (Ansa Ascoltalanotizia.it)

 

La sua condanna è definitiva e resterà per tutta la sua vita in carcere, Innocent Oseghale, che, secondo i giudici, ha ucciso e abusato sessualmente della povera Pamela. A deciderlo è stata la quinta sezione penale della Cassazione che ha rigettato il ricorso dell’imputato. Dunque, il ragazzo nigeriano, secondo questa sentenza definitiva della Cassazione, non avrà nessuno sconto di pena, né adesso né mai. E secondo la famiglia la povera Pamela Mastropietro. ora potrà riposare in pace con “giustizia che è stata fatta” hanno assicurato i legali della famiglia Mastropietro.

“Una sentenza attesa sei anni”, le parole della mamma di Pamela. Accanto a lei Pietro Orlandi

La mamma
Alessandra Verni, durante l’udienza del processo d’appello bis nei confronti di Innocent Oseghale (Ansa Ascoltalanotizia.it)

 

Da non dimenticare, per quel che riguarda la cronaca processuale, che nei primi due gradi di giudizio Innocent Oseghale era stato condannato all’ergastolo per omicidio, violenza sessuale, distruzione e occultamento di cadavere. Una vicenda che aveva segnato la famiglia e tante persone che hanno seguito questa storia con il terrore negli occhi e nel cuore. Durante la requisitoria la procuratrice generale, Francesca Maria Loy, ha sottolineato il rigetto del ricorso ribandendo che la “sussistenza della violenza sessuale si basa sulla prova logica“, ed è quindi inammissibile “nella parte in cui la sentenza ha smentito che il rapporto sessuale è avvenuto nel sottopasso, ma nell’abitazione“.

“Una sentenza attesa sei anni, non mollate mai, abbiate fede e combattete“, ha affermato Alessandra Verni, la mamma di Pamela che, ai cronisti che erano davanti al Palazzo della Cassazione, ha anche voluto dedicare un pensiero alla famiglia di Giulia Tramontano che da poco ha intrapreso lo stesso percorso che nel 2018 avevano cominciato i Mastropietro. “Lo dico non solo ai familiari di Giulia ma anche alle famiglie delle altre vittime: se volete unitevi a noi. Le leggi devono cambiare e le istituzioni devono starci a sentire“. Vicino a lei mentre parla c’è anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che spiega “era il minimo stare qui accanto a questa famiglia”

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