IA, l’Italia non molla la presa: Butti annuncia i passi del governo

L’Italia non molla la presa per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale: la conferma arriva direttamente da Alessio Butti che ne ha parlato in una intervista al quotidiano “Il Foglio”

L’Italia crede fermamente nell’Intelligenza Artificiale. Anche se, allo stesso tempo, ci sono problemi non da poco su questa vicenda. In particolar modo nel favorire questo ecosistema di innovazione. Questo è quello che ha ribadito, in una lunga intervista rilasciata al ‘Foglio‘, il sottosegretario di Palazzo Chigi con delega all’Innovazione Alessio Butti. Quest’ultimo ha precisato che le imprese devono essere libere di poter sviluppare e, allo stesso tempo, cercare di adottare delle soluzioni collegate con l’IA.

Intervista al 'Foglio'
Il sottosegretario di Palazzo Chigi con delega all’Innovazione, Alessio Butti (Ansa Foto) Ascoltalanotizia.it

Un importante equilibrio, però, lo si può trovare solamente in sede europea. In questo caso l’Unione Europea può svolgere il ruolo di mediatore. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “Se parliamo di deregolamentazione di conseguenza ci soffermiamo sul bilanciamento tra normative e innovazione. I regolamenti possono essere considerati un vero e proprio ostacolo per lo sviluppo innovativo. Su questo, però, l’Europa si è sempre distinta nel definire i quadri normativi che influenzano le politiche globali“.

Italia e l’IA, Butti svela le ultime novità

In attesa del prossimo G7, in cui verrà rivelato il ruolo dell’Italia, bisognerà capire anche le altre nazioni come la pensano su questo sviluppo tecnologico. Lo stesso che, con il passare del tempo, sta andando avanti per la propria strada. La strategia del nostro Paese vuole soffermarsi secondo Butti in: “Una sinergia di abilità imprenditoriali, rispondendo così alla mancanza di un leader industriale italiano nel settore dell’IA”.

Intervista al 'Foglio'
Il sottosegretario di Palazzo Chigi con delega all’Innovazione, Alessio Butti (Ansa Foto) Ascoltalanotizia.it

Butti insiste: “Bisogna sì valorizzare le imprese nazionali e le startup, ma allo stesso tempo non possiamo permetterci di sprecare dei soldi pubblici per realtà che tendono a puntare solamente ad una exit vantaggiosa. Possibilmente a favore di un acquirente estero“. Il vero reale obiettivo del nostro Paese è quello di sviluppare un ecosistema competitivo, con l’obiettivo di incentivare dei partner tra le aziende italiane.

Anche se bisogna imporre delle regole molto importanti. Questo il pensiero di Butti a riguardo: “Chi riceve soldi pubblici deve impegnarsi nel non dar luogo a delle repentine exit, le stesse che potrebbero togliere valore agli sforzi pubblici nel settore“. La preoccupazione principale è che i fondi, queste startup tecnologiche nazionali, possano andare a cercarli da un’altra parte. L’obiettivo è evitare tutto questo: “Magari con una Cassa depositi e prestiti e Agenzia per la Cybersicurezza”. 

In conclusione il sottosegretario ci ha tenuto a precisero: “Non è affatto un mistero che un marchio estero abbia non poche difficoltà nell’investire nel nostro Paese. I motivi sono ben noti a tutti. In primis l’elevato costo del lavoro, la burocrazia ed i tempi dilatati da parte della giustizia”.

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