La Palestina non ha alcuna intenzione di smettere di sognare con il calcio e vola ai quarti di finale della Coppa d’Asia
Un periodo per nulla semplice quello che stanno vivendo. Anzi, a dir poco drammatico. Una guerra che, a dire il vero, dura da una vita tra Israele e Palestina. Solo che dal 7 ottobre dello scorso anno sta facendo decisamente più notizia e, purtroppo, anche più morti. Nel frattempo, però, c’è la nazionale palestinese che almeno per 90 minuti cerca di non concentrarsi su quanto sta accadendo alla loro terra, ma a ben altro. Ovvero al campo di calcio e, soprattutto, alla Coppa d’Asia che stanno disputando.
Ed anche nella migliore maniera possibile. I calciatori in questione (quelli che militano nel campionato della Cisgiordania), da poco più di tre mesi vivono insieme. Mangiano, dormono e pregano, tutti insieme. Il tutto pochi giorni dopo la terribile controffensiva scatenata dalle forze israeliane. Lasciare la propria terra per andare a giocare due partite della qualificazione alla prossima edizione della Coppa del Mondo. Una in “casa” in Kuwait (contro l’Australia) ed un’altra negli Emirati Arabi Uniti.
Da quel momento a casa non sono più rientrati. In molti non hanno notizie di familiari, parenti ed amici che sono rimasti intrappolati lì. Una situazione anomala quella che stanno vivendo ogni giorno. Ad ogni allenamento hanno sempre con sé il telefono in attesa di notizie, messaggi e quella chiamata tanto attesa. Come annunciato in precedenza, però, la Palestina sta facendo la storia. Almeno dal punto di vista calcistico dove avanza ai quarti di finale della Coppa d’Asia.
Palestina vola ai quarti di finale della Coppa d’Asia: “Vogliamo arrivare in fondo”
Battuto nettamente Hong Kong per 3-0. Merito soprattutto dell’ottimo lavoro che sta attuando il loro ct tunisino, Makram Daboub. Quest’ultimo ha fatto chiaramente capire che non hanno alcuna intenzione di fermarsi e che a Doha non sono di passaggio. Vogliono continuare questa avventura e regalare al loro popolo un qualcosa di incredibile. Il loro sogno ed obiettivo è quello di voler partecipare a tutti i tornei di calcio.
Molti di loro piangono dalla gioia e, soprattutto, dal dolore di aver perso un loro caro. Come Mahomoud Wadi che, poco prima del debutto disastroso contro l’Iran, aveva annunciato che mezz’ora prima due dei suoi cugini erano stati uccisi in un attacco israeliano. In seguito a questo conflitto ancora in atto sono stati uccisi più di 70 calciatori. Senza considerare allenatori e preparatori atletici.
La Palestina sogna di arrivare in finale soprattutto grazie ai colpi della loro stella principale, Oday Dabbagh, classe 1998, il primo a giocare in Europa. Milita in Belgio, precisamente nello Charleroi, in Belgio. Tutti insieme sono uniti per regalare una grande gioia al loro popolo che sta combattendo per sopravvivere.
