
La malattia di Michela è grave, però siamo in un momento in cui la medicina fa passi da gigante a una velocità che non abbiamo mai immaginato e, pur nella consapevolezza della serietà della situazione clinica, esiste una concreta speranza che quei ‘mesi’ siano molti
Così in un post su Facebook il virologo Roberto Burioni, è intervenuto sull’intervista concessa da Michela Murgia, nella quale la scrittrice ha raccontato del suo tumore al quarto stadio .
«Sono stato molto colpito, credo come tanti di voi, dall’intervista che Michela Murgia ha rilasciato ad Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera», ha esordito il medico, che ha spiegato: «Oltre a farle i miei migliori auguri, devo dirle due cose. La prima è che – come lei giustamente dice – le cure le stanno facendo guadagnare dei mesi di vita. Però queste cure sono estremamente efficaci e quei mesi potrebbero anche essere anni, che io spero molti e felici».
«La seconda» ha continuato «è doverla correggere quando dice “dal quarto stadio non si torna indietro”. Qualche giorno fa è uscito un lavoro che descrive uno studio eseguito su 84 pazienti con un cancro del colon inoperabile, metastatico e ormai resistente alle terapie. Ebbene, una nuova terapia ha portato a una risposta completa (avete letto bene: il cancro è sparito) in 3 di questi pazienti e una risposta parziale, con un netto miglioramento, in 29 pazienti. In 28 la malattia si è fermata. Giustamente mi farete notare che 3 pazienti su 84 è il solo il 4% (ma 3 che guariscono più 29 che migliorano può 28 nei quali il tumore si ferma significa che la malattia è controllata nel 71% dei pazienti!), che si tratta di un tumore particolare e via dicendo. Ma il passo in avanti è innegabile e significa che, anche in casi che prima erano senza speranza, adesso abbiamo strumenti che possono essere utilizzati con una efficacia che in alcuni casi è strabiliante».
Alla fine del post il dottor Burioni ha allegato il link allo studio in questione, concludendo: «Anche se per ora ci riusciamo solo per pochi pazienti, è possibile guarire un tumore a uno stadio avanzatissimo. Dunque sconfiggere la malattia anche grave è oggettivamente possibile e prima o poi ci riusciremo per molte altre persone. È solo questione di tempo. Certo, la malattia di Michela è grave; però siamo in un momento in cui la medicina fa passi da gigante a una velocità che non abbiamo mai immaginato e, pur nella consapevolezza della serietà della situazione clinica, esiste una concreta speranza che quei “mesi” siano molti. Io spero che per Michela (e per tutti gli altri pazienti) quei mesi guadagnati siano molti e possano servire a ottenere cure migliori che a loro volta serviranno a guadagnare ancora altro tempo che servirà a curare con successo questa malattia».