(Agenzia DIRE) Guardare con attenzione alla Libia, perché è un “termometro” geopolitico del mondo, e se la temperatura sale il segnale è da cogliere subito, e poi a tutto il Nord Africa, dove crisi alimentare e instabilità possono portare a nuove primavere arabe “senza però alcuna prospettiva di cambiamento, solo tensioni e destabilizzazione”. L’invito, e le intuizioni, sono del presidente della Fondazione Med-Or Marco Minniti, ascoltato dall’agenzia Dire a margine dell’incontro annuale a Roma dell’organizzazione che presiede.

Minniti, già ministro degli Interni durante il governo guidato dal primo ministro Paolo Gentiloni, fra il 2016 e il 2018, parla di Tripoli sollecitato sugli scontri fra milizie rivali che in un contesto di grande fragilità politica, la settimana scorsa, sono tornati a colpire la città, facendo registrare vittime. “La Libia è il Paese al mondo che più di tutti risente delle tensioni internazionali, in quanto epicentro, negli ultimi anni, delle attività di tanti Paesi diversi, dalla Turchia alla Russia fino al Qatar e gli Emirati Arabi Uniti”. E allora a Tripoli “bisogna guardare come un termometro, stando attenti alla temperatura”, avverte il presidente di Med-Or, che mette in guardia sulle possibilità di un “effetto domino in tutto il Nord Africa, dove già si soffrono in modo particolare gli effetti della crisi alimentare provocata dalla guerra in Ucraina”, fra i maggiori esportatori al mondo di grano.

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