
«Approvando un embargo alle importazioni di petrolio, che si aggiunge a quello sul carbone, l’Unione Europea sta colpendo al cuore il finanziamento della macchina da guerra della Russia di Vladimir Putin».
Così il vicepresidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis.
«Se guardiamo alla struttura del commercio Ue-Russia prima della guerra il 62% del nostro commercio con la Russia era fatto di idrocarburi, combustibili fossili: avevamo già bandito il carbone, ora vietiamo le importazioni di petrolio, stiamo anche terminando gradualmente con le forniture di gas naturale, il che vuol dire andare davvero al cuore del finanziamento della macchina da guerra di Vladimir Putin», ha aggiunto Dombrovskis.
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, a proposito delle decisioni dell’Unione europea, ha dichiarato che «l’embargo sul petrolio velocizzerà il conto alla rovescia sul collasso dell’economia e della macchina da guerra della Russia».
Kuleba ha stimato che il bando potrebbe costare a Mosca «decine di miliardi di dollari», elogiando l’Ue «non solo per aver reso più difficile al Cremlino il finanziamento dell’aggressione, ma anche per aver sostenuto la propria sicurezza energetica».
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