Di Maio: «Il piano è di trasferire in Italia circa 2.500 civili afghani»

«L’Afghanistan negli ultimi venti anni ha rappresentato una delle principali sfide per la comunità internazionale e il sistema multilaterale. Nonostante venti anni di presenza e investimento nel Paese da parte di una vasta coalizione internazionale, dalle Nazioni Unite alla Nato e Unione europea, il collasso repentino del governo afghano e delle sue istituzioni, che è sfuggito alle capacità di previsione della comunità internazionale, ci pone di fronte ad uno scenario drammatico. Un dramma rispetto al quale dovremo interrogarci, per capire gli errori commessi dall’Occidente e dall’intera comunità internazionale».

Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo al Meeting di Rimini.

«L’Italia considera imprescindibili cinque priorità. La prima è la protezione dei civili. L’Italia, presente con il console e un nucleo di militari presso l’aeroporto di Kabul e continua a lavorare per portare in salvo i collaboratori e gli attivisti che vogliono lasciare il Paese. In poco meno di una settimana abbiamo evacuato circa 1.600 civili afghani, nostri ex collaboratori e loro familiari, e il piano è di trasferirne in Italia circa 2.500», ha anche detto il titolare della Farnesina.

«Non possiamo tollerare che le conquiste di questi due decenni vadano perse. Penso, in particolare, ai diritti delle donne. Per questo, l’Italia sostiene fortemente iniziative internazionali, come la convocazione di una sessione speciale del Consiglio Diritti umani delle Nazioni Unite focalizzata sulla situazione in Afghanistan. Alla riunione, che si terrà questo martedì, si discuterà la previsione di un meccanismo di monitoraggio delle violazioni dei diritti umani», ha affermato Di Maio.

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