
«I media si sono innamorati del filone Covid», ma in Italia «c’è un enorme responsabilità di chi comunica: ad un qualsiasi personaggio in cerca di autore è sufficiente parlare di una delle 24 lettere dell’alfabeto greco e si ritrova scienziato».
Lo ha affermato Alberto Zangrillo, direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano.
«State tranquilli, però: su 100 persone che parlano quotidianamente sui media, forse una ha visto negli occhi la malattia. Spaventare le persone con toni allarmanti andrebbe sanzionato», ha aggiunto.
In un’intervista all’Adnkronos, Zangrillo ha detto che oggi «una percentuale importante di persone vive nel terrore, in attesa della fine del mondo. Dobbiamo con urgenza riportare tutti ad un livello di consapevolezza razionale»e.
Per Zangrillo, così si crea una situazione «tragicomica planetaria con effetti devastanti sul piano sociale culturale esistenziale economico e sanitario».