
«Se vogliamo che le attività della giornata – come scuola, uffici, trasporti – continuino a funzionare non possiamo permetterci che ci sia la gente in giro anche la sera, senza limiti. Credo che il messaggio dato dalle limitazioni delle attività serali sia semplicemente questo».
Lo ha detto all’Adnkronos Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
«È increscioso e triste che ci rimettano le persone che lavorano per le attività serali, è un dramma di cui mi rendo conto», ha aggiunto Galli. «Ma è stata operata una scelta, non solo in Italia ma in gran parte del mondo, che sacrifica alcuni movimenti delle persone per permettere degli altri. Non mi metto a discutere sulla bontà della scelta», ha affermato ancora l’infettivologo.
«Parlerò di coprifuoco solo quando scriverò un romanzo storico. Il coprifuoco era l’avviso da parte del funzionario di città ai cittadini, l’avvertimento era: ‘attenzione prima di andare a letto spegnete i fuochi, altrimenti avremo degli incendi’. Poi ha assunto altri significati nella storia. Nelle ultime guerre indicava la necessità che le luci non fossero viste dagli aerei nemici in città». E tutto questo «non ha niente a che fare con la pandemia», ha concluso Galli.