
«Venticinque mila tamponi in più sono acqua fresca o una pezza calda, io ne suggerivo 3-400 mila al giorno. Avevo consegnato un piano al governo, ma è stato ignorato».
Lo ha raccontato in un’intervista a Repubblica Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all’Università di Padova.
«Avevo semplicemente previsto che la ripresa delle scuole e delle attività produttive avrebbe generato un notevole aumento delle richieste di tamponi. Suggerivo quindi la necessità di un investimento logistico importante che avremmo potuto realizzare in 2-3 mesi, la creazione di aree mobili di supporto sul territorio e tamponi low cost da 2 euro come quelli usati a Padova. Lo dico contro me stesso: forse ad agosto eravamo già in ritardo e ora ne paghiamo le conseguenze», ha spiegato l’esperto.
«Abbiamo perso 4 mesi preziosi. L’aver pensato che era tutto finito perché avevamo 100 casi al giorno è stata un’illusione e nel frattempo non s’è fatto nulla. Abbiamo speso miliardi per il bonus bici e i banchi, invece di investirli per creare un sistema sanitario di sorveglianza che ci avrebbe messo in sicurezza», ha aggiunto Crisanti.
perché chi è al governo o i suoi consiglieri non fa presente tutto quello che può essere utile alla società e non viene mai esaminato sempre coi paraocchi