
«Qui non si riesce a programmare niente: è il grande difetto italiano. Si cede a interessi economici più o meno legittimi, si fanno provvedimenti all’ultimo minuto e alla fine il risultato è una miscela infernale. In un’epidemia dev’essere uno solo che comanda, invece ogni regione spesso si muove per i fatti suoi. È una pagliacciata».
Lo ha detto in un’intervista a “Il Giornale” Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova e ideatore del “modello veneto” e dei tamponi a Vò Euganeo.
L’esperto ha riconosciuto che la chiusura delle discoteche da parte del governo è stato «un atto coraggioso che mette fine a una babele di voci e provvedimenti».
«Ai giovani servirà come segnale: purtroppo in discoteca esistono le due condizioni che agevolano la diffusione dei contagi», ha osservato Crisanti.