
«L’Italia non è in una bolla. Con gli italiani bisogna essere chiari. Altri focolai scoppieranno e saranno anche più numerosi probabilmente ad ottobre e novembre».
Così a SkyTg24 Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di microbiologia e virologia e dell’università di Padova.
«L’Italia non è in una bolla. Ogni giorno nel mondo si registrano 200mila nuovi casi di Covid-19 nel mondo. Se una persona è positiva al coronavirus, penso che debba essere messa in condizione di non trasmettere. Se non lo fa spontaneamente, penso che il Trattamento sanitario obbligatorio si renda necessario perché se qualcuno rifiuta le cure non deve mettere a rischio la salute degli altri», ha detto ancora Crisanti.
«A preoccuparmi è il rientro in Italia di persone infette che potrebbero così riaccendere altri focolai. L’altra cosa che mi preoccupa è che gli italiani pensino che l’emergenza è finita. Non è finita, il virus circola ancora», ha aggiunto l’esperto.