Ecco le notizie più importanti della settimana selezionate da “Ascolta la Notizia”.

Partiamo dalla politica italiana.

Mercoledì sera il Senato ha approvato con 164 voti favorevoli, 122 contrari e 2 astensioni la risoluzione del governo sulla riforma del Mes.

Sono state poi respinte la risoluzione presentata dal centrodestra e il documento a prima firma Candiani, rispettivamente con 117 sì, 164 no e 5 astenuti e con 116 sì, 153 no e 5 astenuti.

Il premier, Giuseppe Conte, ha lasciato il Senato poco prima del voto finale sulle risoluzioni sul Mes, senza rilasciare dichiarazioni.

Il voto sul Mes ha però causato malumori all’interno del Movimento 5 Stelle.

Alcuni senatori pentastellati hanno votato in dissenso dal gruppo e tre di lessi, Grassi, Lucidi e Urraro, hanno annunciato il proprio passaggio alla Lega.

Il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, ha attaccato il leader leghista Matteo Salvini, accusandolo di aver “aperto il mercato delle vacche” al quale si augura “nessuno partecipi”.

La replica di Matteo Salvini è arrivata a stretto giro: “Nessuna campagna acquisti, ci sono eletti ed elettori del Movimento 5 Stelle che si sentono traditi da Grillo e Di Maio che sono passati da ‘mai con il Pd’ a ‘viva il Pd’ e vogliono continuare pacificamente e gratuitamente la loro battaglia di cambiamento con la Lega,” ha dichiarato l’ex ministro dell’Interno.

Chiudiamo con gli esteri.

La Brexit è molto più vicina dopo il trionfo del leader dei conservatori britannici, Boris Johnson, all’ultima tornata elettorale. I tories hanno ottenuto oltre 360 seggi su 650, mentre al Labour di Jeremy Corbyn ne vengono attribuiti circa 200.

“Una decisione inconfutabile dei britannici”, ha commentato Johnson che ha assicurato: “Con questo mandato realizzaremo la Brexit”.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a margine dell’Eurosummit ha dichiarato che i cittadini italiani in Gran Bretagna “vanno rassicurati perché abbiamo già lavorato con loro costantemente. Ci eravamo già preparati per tutelarli a pieno nella prospettiva ‘no deal’, adesso si prospetta una Brexit ordinata”.

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