Sea Watch, Di Maio: «Se confischiamo subito le imbarcazioni, la prossima volta non possono tornare in mare»

«Mi sorprende la scarcerazione di Carola Rackete. Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di Finanza. Il tema resta però la confisca immediata dell’imbarcazione. Se confischiamo subito, la prossima volta non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi».

Lo ha scritto il vicepremier Luigi Di Maio su Twitter.

Di Maio sostiene che si debba individuare una soluzione affinché le imbarcazioni delle ong che non rispettano le leggi italiane non tornino più in mare già alla prima infrazione. «Stiamo studiando una proposta in questo senso: non si può andare avanti sequestrando e poi dissequestrando la stessa imbarcazione, e sta per accadere di nuovo con la Sea Watch 3,» ha fatto sapere il leader 5Stelle nei giorni scorsi.

10 comments on “Sea Watch, Di Maio: «Se confischiamo subito le imbarcazioni, la prossima volta non possono tornare in mare»
  1. Filomena ha detto:

    Condivido il pensiero del ministro Di Maio

  2. Amedeo Cosentino ha detto:

    Bisogna intervenire subito con una legge che il sequestro del mezzo rimane definitivo non più restituibile anche pagando tutte le penali previste, come nel caso della SEA WATCH

    1. Amedeo Cosentino ha detto:

      ok

  3. Mimmo ha detto:

    Si deve studiare un piano per bloccarli alla partenza e comunque cambiare le leggi dove i giudici non possono fare altro che applicare le leggi per la clandestinità

    1. Oreste ha detto:

      È semplicissimo. Con le tecnologie moderne si vede con i satellitari anche uno spillo che parte dalle coste africane. Si fa un blocco navale li davanti e si riportano nel porto da dove sono partiti! Così si evita il business degli scafisti e tutti quelli che ci guadagnano intorno con la scusa dell accoglienza (vedi le 13 onlus “finte”… )!! Le navi poi vengono sequestrate e bloccate xsempre se invadono le acque territoriali. Ma perché non si può fare?????

  4. Corrado Agriesti ha detto:

    Saluti, non c’è niente da studiare; è già tutto scritto e studiato. L’articolo 52 della Costituzione al primo capoverso recita: ” La difesa della PATRIA è sacro dovere del cittadino”. Quindi se io ritengo che la MIA PATRIA sia in pericolo, è mio SACRO DOVERE DIFENDERLO. Non ci può essere un GIUDICE che può impedirmi tale sacro dovere. L’articolo 101 della Costituzione dice: ” la giustizia è amministrata in nome del popolo, i GIUDICI sono soggetti solo alla legge.

    1. Elisa5 ha detto:

      Si deve evitare che arrivino nel ns mare pattugliando attorno alla Libia in acque Internazionali..

  5. Robin ha detto:

    Mi sembra strano che tedeschi e olandesi scendono a caricare e poi li portano qui senza poter fare un CAZZO. Qui gatta ci cova 🙄🙄🙄 basta vedere come in dieci minuti hanno tolto l’infrazione all’italia. Mah mah mah

  6. Luca P. Gentile ha detto:

    Come comandante della nave, Carola Rackete ha rispettato l’obbligo di soccorrere persone in mare e di portarle in un luogo sicuro.
    Sono state le forze dell´ordine a non rispettare la legge e bloccare illegalmente l´approdo.
    Quindi e´ la stessa pattuglia dei finanzieri che dovrebbe essere essere condannata.

    Carola Rackete è libera e non è un criminale. Dopo il salvataggio, un borbandamento ha ucciso 40 persone rinchiuse in un centro di detenzione in Libia, Come puo´ essere considerato un porto sicuro?

    Io sono un marittimo , ho lavato in Marina Militare, Capitaneria di Porto e su navi mercantili con titolo di Capitano.
    Il vero errore e´ che i salvataggi in mare li dovrebbero fare le navi della Marina Militare, non le NGO.
    Salvare vite in mare non è un reato, ma e´ un dovere. Non solo e´ logico, umano e scontato, ma lo dice anche il codice navale:
    ¨CODICE DELLA NAVIGAZIONE
    Art. 490 – Obbligo di salvataggio

    Quando la nave o l’aeromobile in pericolo sono del tutto incapaci, rispettivamente, di manovrare e di riprendere il volo, il comandante della nave soccorritrice è tenuto, nelle circostanZe e nei limiti indicati dall’articOlo precedente, a tentarne il salvataggio, ovvero, se ciò non sia possibile, a tentare il salvataggio delle persone che si trovano a bordo.

    È del pari obbligatorio, negli stessi limiti, il tentativo di salvare persone che siano in mare o in acque interne in pericolo di perdersi.¨
    http://www.fog.it/legislaz/cn-0489-0513.htm

  7. Carlo ha detto:

    Bisogna fare esercitazioni in mare per preparare in caso di attacco la marina si prega di abbattere le imbarcazioni

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