Sea Watch, la capitana Carola Rackete: «Credevo che la motovedetta della guardia di finanza si spostasse»

«Credevo che la motovedetta della guardia di finanza si spostasse, non volevo colpirli».

Lo ha detto la comandante della Sea Watch Carola Rackete nel corso dell’interrogatorio per la convalida del suo arresto.

Davanti al gip Rackete si è difesa dicendo che «la situazione a bordo era drammatica, ho agito in stato di necessità».

L’avvocato di Rackete, Lorenzo Gamberini, ha dichiarato: «Non credo che sarà espulsa in questa fase. Il ministro Salvini dovrà per un pò trattenere le sue ire. La decisione di attraccare era fondata su una degenerazione sulla nave, lo dicono i report medici e non un’impressione di Carola. La notte precedente anche i parlamentari a bordo erano stati chiamati per fare dei turni e controllare che non ci fossero episodi di autolesionismo, tentativi di suicidio e che nessuno si buttasse in acqua».

4 comments on “Sea Watch, la capitana Carola Rackete: «Credevo che la motovedetta della guardia di finanza si spostasse»
  1. Pietro ha detto:

    Italiani contro Italiani che schifo mi definisco essere vivente non italiano dire a qualcuno sono Italiano e’ imbarazzante.

    1. Walter Bachis ha detto:

      Chissà se anzi che essere una piccola motovedetta fosse stata un’imbarcazione grande come la sua, avrebbe avuto la stessa certezza….Va tutto bene, tranne le prese per il culo; e quanto sono “sensibili” (finti boccaloni) certi giudici…

  2. stefano ha detto:

    ma a chi vuole prendere per i fondelli questa comandante?è che lei doveva consegnare il carico a tutti i costi è il più infretta possibile.

  3. Maurizio ha detto:

    Continua a prenderci in giro, facendo di questo paese, un tempo patria di cultura e genialità, la terra di nessuno dove l’anarchia sta prendendo “potere”. Poli opposti che hanno perso identità, senno è dignità. Dopo tutto ciò che sta emergendo riguardo questi centri di assistenza, messi su per accogliere questa caotica massa di gente in cerca di prospettive per una vita migliore e che qui, oggi, difficilmente riusciranno a trovare, divifendosi le miserie che qui abbondano, sarebbe ora di finirla e tornare a lavorare. Tutti nei modi più confacenti al ruolo di competenza.

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