
Il quotidiano francese Le Figaro dà voce a un commento critico sull’euro e l’Unione europea.
L’euro è specchio di un sistema che è passato da una logica in cui le istituzioni economiche erano nazionali, in quanto dovevano adattarsi alle specificità dei paesi, a una logica opposta dove è necessario adattare le economie nazionali a un quadro istituzionale prestabilito e definito direttamente su scala europea.
La negazione delle specificità nazionali e l’imposizione a ciascun paese di adattarsi a un quadro comune, senza realizzare che ciascuno si era evoluto a partire da un suo universo istituzionale, ha ampliato le divergenze anziché creare la convergenza voluta.
Barbara Stiegler riassume l’ideologia neoliberale dominante in Europa in una formula: “Bisogna adattarsi”.
L’essenza del neoliberalismo non è assicurare a tutti la libera ricerca della propria individualità, ma quella di produrre una camicia di forza normativa rigida, stabilita in nome di un principio superiore: la concorrenza libera e non distorta. Un meccanismo per creare una gerarchia tra quelli che si adattano facilmente a tale principio e ne traggono vantaggio, e gli altri, il cui processo di adattamento sarà infinito perché si troveranno eternamente “in ritardo” rispetto ai paesi leader.
Come confermano anche gli economisti del Cep, se la Francia e l’Italia sono i grandi perdenti dell’euro, non sarebbe per la creazione della moneta unica, ma perché questi paesi avrebbero accumulato un “ritardo” nelle riforme delle loro istituzioni nazionali.