L’Unione Europea è un impero neo-liberale. Ad affermarlo è Wolfgang Streeck, Sociologo ed Economista Tedesco.

Secondo Streeck, l’UE da organizzazione per la pianificazione economica congiunta si è evoluta in un’istituzione consacrata a diffondere l’internazionalismo neoliberale.

L’aumento del numero degli Stati membri nell’Ue, invece di favorire l’integrazione, ha ostacolato il libero scambio all’interno dell’area. 

Il principio cardine è quello di disciplinare questi Stati a livello centrale obbligandoli ad astenersi dall’intervento pubblico nelle proprie economie. 

Il nucleo neoliberale dell’istituzione UE e i risultati dell’integrazione europea sono destinati, nelle intenzioni dei loro autori, ad essere irreversibili.

L’UE ha un centro e una periferia. Il centro impone e fa rispettare il suo ordine politico ed economico nelle periferia, sotto forma delle moneta unica, le “quattro libertà” del mercato comune, e l’obbligo di aderire ai “valori europei”. 

L’obbedienza viene ricompensata con trasferimenti fiscali, come i fondi strutturali e sociali. 

Il centro offre protezione militare ai paesi della periferia in cambio della lealtà imperiale. I paesi periferici disobbedienti, come la Grecia, vengono puniti dalle istituzioni centrali come la Banca Centrale Europea, mentre paesi centrali come la Francia sono esentati dalla punizione. Governi imprevedibili nei paesi periferici vengono rimpiazzati dal centro con governatori imperiali, come è successo con la sostituzione di Silvio Berlusconi con Mario Monti in Italia. 

L’uscita dall’impero, pur contemplabile, è resa quasi impossibile, per scongiurare che i paesi periferici negozino termini più idonei alla loro situazione specifica.

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